Inizio a scrivere questo pezzo alle ore 12.45 di lunedì 1° giugno 2020.
E inizio a scriverlo, come testimoniato dalla foto, con un gatto che ronficchia dietro il monitor, dopo essere risalito sulla scrivania con me qui seduto. Giusto un minimo di necessaria circospezione, la sua, utile a evitare che io possa allungare inopportunatamente la mano verso di lui visto che ancora non mi ha dato permessi a tal riguardo... ma, per il resto, i timori sono ormai stati sostituiti dalla curiosità, e da quella tipica volontà di esplorare il mondo dei gatti.
All'alba della nostra terza settimana insieme, per fortuna di entrambi, il nostro rapporto è sicuramente evoluto... ed è evoluto a un ritmo a dir poco straordinario, che mi fa sperare di riuscire, entro pochi giorni, ad arrivare al fatidico "primo contatto".
Un po' per impegni lavorativi, un po' per stanchezza, un po' per scaramanzia, negli ultimi giorni ho saltato la stesura di questo diario di bordo, mancando di annotare, di giorno in giorno, quelle piccole evoluzioni sempre presenti e sempre utili a sperare per il meglio.
E' un cammino lento e, frase chiave ripetuta da qualunque persona che vi sia passata almeno una volta nella propria vita,
ci vuole tanta pazienza.
Per citare un dialogo di
"Ti presento i miei":
Jack: Come mai non ti piacciono i gatti?
Greg: Non è... che non mi piacciono... è che... preferisco i cani, sono più un tipo... da cane... ecco...
Jack: Già.
Greg: ... quando torni, agitano la coda... felici di vederti... ecco...
Jack: Hai bisogno di quella sicurezza, preferisci gli animali superficiali.
Greg: Io...
Jack: Vedi Greg, quando sgridi un cane la coda gli va fra le gambe, gli copre i genitali, le orecchie si abbassano. Un cane è facile da ammaestrare, ma i gatti ti fanno sudare il loro affetto, non si svendono come fanno i cani.
Nulla di più vero, almeno per quanto possa riguardare la mia personalissima esperienza con un gatto adulto!
Arrivando a casa mia, Carl non si è presentato come un cucciolotto bisognoso di affetto, ma qual un gatto fatto e finito, con il suo carattere, i suoi gusti, le sue necessità e, anche, i suoi pregiudizi.
E se, per la prima settimana, il pregiudizio chiave che ha guidato le sue azioni è stato chiaramente quello che io potessi volerlo spellare e cucinarlo in salmì con la polenta; in questa seconda settimana insieme si è riuscito a convincere che non avessi tendenze assassine nei suoi riguardi e che, anzi, non lo avrei mai toccato senza il suo permesso.
E così è stato!... Per quanto non mi siano mancate occasioni per tentare di allungare una mano, fosse anche nel momento in cui magari mi stava passando vicino, non l'ho mai fatto: ho sempre teso una mano verso di lui, sedendomi o addirittura sdraiandomi a terra per non avere a "impormi" al di sopra di lui con la mia stazza da gigante (o, almeno, tale dal suo punto di vista), attendendo con pazienza che potesse essere lui ad avvicinarmi e a darmi il permesso di toccarlo.
Un permesso che, a oggi, per l'appunto, non è ancora arrivato... ma che sono convinto giungerà sicuramente a breve, se non a brevissimo!
Ma cosa è successo di preciso nel corso di questa seconda settimana di convivenza...?!
La giornata di martedì è stata simile a quelle precedenti, con Carl piazzato principalmente dietro la tenda: l'addio al calorifero mi ha riempito il cuore di gioia, soprattutto nel non essere più costretto a sentire i continui «Sdong!» del suo piccolo cranio contro il metallo, nel mentre in cui, da bravo contorsionista, cercava di rigirarsi, di tanto in tanto, in quei pochi centimentri quadrati di spazio che aveva inizialmente eletto a propria dimora.
La foto qui a seguire credo sia chiaramente esemplificativa, comunque, di quanto la protezione cercata dalla tenda avesse a doversi intendere di molto inferiore rispetto a quella propria della porta...
... considerando che, oltretutto, metà del suo corpo si spalmava chiaramente fuori dalla tenda!
A dimostrare quanto già martedì, comunque, Carl fosse più a suo agio, è il fatto che tale data ha rappresentato anche una "prima volta" per noi e, per la precisione, la nostra prima sessione di gioco insieme!
Galeotto fu un giochino comprato qualche giorno prima in un negozio gestito da cinesi dietro casa mia per 1,50 € (contro i 7-8 € che, per la stessa cosa, avrebbero altrimenti richiesto altrove): il classico bastoncino di legno con un cordino legato a un'estremità a tenere, dal lato opposto, un topino. Nulla di straordinario.
Dal momento che, già nelle notti precedenti, Carl aveva dato dimostrazione con il calare delle tenebre di guadagnare coraggio utile a confrontarsi con l'ambiente e di interagire giocosamente con esso (ma non ancora con me), prima di andare a dormire decisi di infilare il bastoncino nella libreria del soggiorno, lasciando il pupazzetto pendente.
Alle due di mercoledì mattina, sono stato svegliato da un rullare di legno sul pavimento, in misura degna del migliore dei batteristi: Carl non soltanto stava giocando, ma si stava trascinando il topino (e tutto il legno collegato) a destra e a manca per l'intera casa... bene per lui, un po' meno per i rapporti di vicinato! Così, in un momento in cui si ferma, decido a malincuore di requisire il giochino.
Prima di rimettermi a letto, però, mi viene un'idea, anche e soprattutto in considerazione del fatto che, in quel preciso momento, il micio è nascosto proprio sotto al letto: provare a stuzzicarlo io con il gioco, restando quieto sul letto e lasciando pendere fuori solo il filo e il pupazzetto, quasi come in una sessione di pesca!
E dopo un po' di attesa... eccolo il mio pesce-gatto! Sbuca fuori dal letto e, con un giro larghissimo e il passo del giaguaro, si avvicina alla propria preda e ci balza addosso. Una, due, tre volte! E poi ancora, si sdraia per terra, con la schiena al suolo e le zampe al cielo, a divertirsi come un matto.
Tutto questo per circa 10-15 minuti, in totale oscurità (ovviamente), al termine dei quali si allontana soddisfatto per andare a mangiare!
E io, ancora incredulo di quello che è successo, gioisco felice per il risultato ottenuto, sganciando il pupazzetto dal legno e lasciandoglielo a terra, per permettergli di giocare ancora anche senza di me... e senza frischiare di infastidire i vicini.
Anche nella giornata di mercoledì Carl incarna, nelle sue pose sotto la tenda, lo stress fatto gatto, come la foto a seguire può comprovare...
... immagini chiaramente poco adatte a un pubblico sensibile, che potrebbero costarmi una denuncia per violenza sugli animali, per come si dimostra veramente devastato dai miei continui abusi.
Nella sera di mercoledì, prima di andarea dormire, tento il bis con una nuova sessione di gioco: questa volta la luce è accesa, e Carl passa la maggior parte del suo tempo sotto al letto... ma, ancora una volta, giochiamo insieme!
Nella notte fra mercoledì e giovedì, poi, è successo anche altro... e qualcosa che non può evitare, ancora, di farmi ridere tantissimo!
Premesso che mercoledì sono stato tutto il giorno fuori casa, lasciandolo solo praticamente dalle 8 del mattino alle 7 di sera, a sera ero veramente stanco, ragione per la quale, quando crollo addormentato, crollo e punto.
Alle 2 di notte, Carl prova a svegliarmi come già nelle notti precedenti per farmi pulire la sabbietta: in genere mi chiama verso le 4, però quel giorno alle 2 già miagolava. Io, troppo stanco, senza cattiveria alcuna non ce la faccio ad alzarmi e mi rimetto a dormire.
Alle 4 del mattino, Carl prova di nuovo a svegliarmi con i suoi miagolii: ancora una volta sono troppo stanco per alzarmi e così mi rimetto a dormire.
Alle 6 Carl va a dormire e io mi alzo per iniziare una nuova giornata. Arrivo in bagno e, per prima cosa, noto che il tappetino che gli ho posto innanzi alla lettiera è spostato: è un tappetino in gomma, che aderisce molto bene al pavimento e non mi spiego come possa averlo spostato o, tantomeno, perché. Però non mi pongo problemi: prendo la paletta e mi appresto a pulire la sabbietta, così piena di cacchine che non riescono neppure a restare coperte, tanto si è dato alla pazza gioia nelle ore passate.
Pulita la cacchina faccio per spostare il tappetino e... sotto il tappetino vado a trovare un'altra cacchina!
Piccola e schiacciata... ma a tutti gli effetti una cacchina!
Resto un attimo disorientato da questa cosa («Ohibò!») e poi ricostruisco, complici gli schizzi di sabbia, gli eventi della notte. Alle 2, Carl, in anticipo sui propri consueti orari, doveva già aver prodotto feci in abbondanza, ragione per la quale mi aveva chiesto di pulirgli la sabbietta. Io l'ho ignorato e alle 4 lui ci è tornato, per fare un secondo giro o, magari, anche solo pipì. Purtroppo, nella foga di smuovere la sabbietta, un pezzettino di cacca doveva essere volato fuori e così Carl si è ritrovato, orripilato come solo un gatto può essere, di fronte all'immagine della sua cacchina al centro del pavimento del bagno!
Ansia e agitazione: che fare?!
La soluzione è semplice: imboscare il tutto sotto il tappeto!
Non oso immaginare che fatica possa aver fatto per spostare il tappetino, sollevandolo opportunamente da terra per metterlo perfettamente sopra la cacchina... ma alla fine l'ha fatto!
Complimenti Carl!
Il giovedì, Carl inizia a dimostrare sempre più sicurezza di sé e confidenza con me e con l'ambiente circostante...
... mentre io sono al computer a scrivere, lui esce dalla tenda e inizia a passeggiare tranquillo e in pieno giorno, per casa, come se nulla fosse, dimostrando in particolare una certa curiosità per la porta di ingresso.
Questo scatto, in pratica, è la mia prima foto a figura intera di Carl senza che sia nascosto dietro qualche sorta di protezione!
Sempre in quella stessa giornata, oltre a iniziare a girare fra le stanze con una certa libertà, Carl decide di andare a mangiare nel cucinino mentre io sono in soggiorno, con un passaggio obbligato davanti a me per raggiungere, per l'appunto il cibo. Non lo aveva mai fatto prima... e l'idea che, finalmente, la mia presenza non rappresenti più per lui una ragione di inibizione per muoversi, o per andare in bagno, o per andare a mangiare, non può che rendermi entusiasta!
Venerdì mi illudo che il nostro rapporto stia migliorando ulteriormente nel momento in cui, sempre a zonzo davanti alla porta d'ingresso, viene spaventato da rumori provenienti da fuori, che lo fanno correre a rifugiarsi dietro la tenda e, nel dettaglio, dietro la tenda vicino a me, quasi a caercare, da me, protezione!
Ovviamente è una cosa che dura un atimo, laddove un istante dopo esersi messo a meno di trenta centimetri da me, si rende conto che sta violando il decreto sul distanzialmento sociale e decide di allontanarsi nuovamente prima di ricevere una qualche multa...
... ma, comunque, io voglio illudermi che sia cosa buona e giusta!
Venerdì sera, infine, sorprendo per la prima volta Carl placidamente sdraiato sul letto mentre io sono in soggiorno: solo quando torno in camera decide di trasferirisi alla tenda, non giudicando opportuno restare in una posizione così scoperta e visibile in mia presenza.
E arriviamo a sabato...
Sabato mi incontro con una coppia di amici che mi fanno sentire un po' come una sorta di neo-papà facendomi un paio di regali per Carl! Sensazione stranissima!
Uno dei due regali è un topino montato in cima a una molla mantuna in piedi da una base circolare abbbastanza larga: tutte le volte che il topino viene toccato, emette un piccolo verso, molto delicato e per nulla fastidioso!
Carl apprezza parecchio e, fin da subito, ci si mette a giocare mentre io, come di consueto, alla sera sono in soggiorno a disegnare.
Quando arrivo in camera a passare al computer quello che ho disegnato, sento del movimento alle mie spalle e decido di accendere la webcam per poter osservare cosa stia accadendo...
... e non finisce qui...
Alla fine, non pago di essere rimasto tanto allo scoperto, seppur alle mie spalle, Carl decide di alzare la posta e viene a sdraiarsi accanto a me, permettendomi questo inedito selfie!
Ovviamente a margine di tutto questo, tento anche un'ipotesi di primo contatto... ma ancora non sembra essere d'accordo con simile idea.
Per la cronaca, anche domenica mattina (e, in effetti, anche questa mattina) Carl, in pieno giorno, torna a scrutare il puzzle dei lupi: evidentemente lo attrae e lo incuriosisce tantissimo!
Insomma... tanti piccoli momenti, atti a dimostare un clima di crescente fiducia e serenità... e un clima che, ora, alle 14.26 di lunedì 1° giugno 2020, vede Carl ancora placidamente sdraiato dietro il mio monitor, giratosi addirittura di spalle!
E io qui muoio dalla voglia di allungare la manina e accarezzarlo... ma, con estrema pazienza, mi fermo non desiderando avere a rischiare di rovinare quanto conquistato fino a ora!
Sarà lui, quando riterrà giunto il momento, a permettermi di accarezzarlo...
... e a quel punto la sua trasformazione in gatto da stropiccio sarà completa!
P.S. due settimane fa, a quest'ora (minuto più, minuto meno), Carl e io ci incontravamo per la prima volta in quel del gattile! E' passato così poco, eppure sembra quasi trascorsa una vita intera!