venerdì 22 maggio 2020

Giorno 4

La terza notte in compagnia di Carl regala grandissime emozioni, molte delle quali posso apprezzare soltanto al mattino per ovvie ragioni.
Innanzitutto, ripercorrendo la strada ormai già segnata, Carl ricorre ancor ampiamente e felicemente alla sabbietta. E questa è cosa buona e giusta.
Poi, scoprendo (non che non la conoscesse... ma non l'aveva mai percorsa prima se non per nascondersi) la strada del cucinino, Carl attacca con gioia i crocchini, svuotando praticamente metà della ciotola. E anche l'acqua cala notevolmente. E anche queste sono cose buone e giuste.
Ma non finisce qui...
Verso le 4 del mattino mi sveglio per via del caldo. E mi rendo conto che Carl si trova all'ingresso della camera, tranquillamente seduto a osservarmi, come fossi il protagonista di un "The Truman Show" in versione felina. Lo lascio fare, salutandolo anche e lui resta lì ancora un poco. Poi si allontana e inizia a miagolare. Non so esattamente cosa voglia comunicare, se sia una sorta di lamento gospel per quanto faccia schifo la sua vita in casa mia, o se sia una qualche preghiera a Bastet per ottenere la mia morte in maniera lenta e dolorosa... però miagola un bel po'. E io resto tranquillo a letto.
A un certo punto, però, è il mio turno di necessitare un giretto in bagno. Così mi alzo tranquillo e trovo Carl seduto al centro dell'ingresso. Lo saluto e gli passo a tipo trenta centimetri di distanza, e lui non si muove, restando lì a guardarmi. Fatto quello che devo, torno in camera e lui è ancora lì. Lo saluto di nuovo e lui, ancora, non reagisce. E mi convinco che sia cosa buona e giusta.
Mi rimetto a nanna, voltato dal lato opposto rispetto alla porta, e dopo qualche minuto lo vedo balzare sul letto, muovendosi verso il mio volto (!) e venendomi a odorare. Io ovviamente resto fermo con gli occhi chiusi fingendo indifferenza e lo lascio fare. E mi convinco che sia cosa buona e giusta.

Al mio risveglio pulisco la sabbietta e ripopolo crocchini e acqua, e, per l'umido, ipotizzo un approccio diverso.
Avendo notato che il giorno prima aveva preferito leccarsi il sughetto ancor prima di mangiare la ciccia, ho fatto un salto al supermercato per animali (oh, già! Esistono interi supermercati per animali con una varietà a dir poco folle di prodotti) e mi sono procurato una confezione di zuppa per gatti (!) e degli straccetti di pollo, così, tanto per provare un po' di varietà.
E in questa nuova mattina insieme, provo a mettere di tutto un po', in piccole dosi, molto brodose, grazie alla presenza della zuppa. Ancora niente medicina oggi: è solo un esperimento... e se si dimostrerà positivo nei propri risultati, allora potrà dare spazio - domani - all'impiego della medicina.

In tutto questo Carl è nel suo rifugio dietro la porta del soggiorno, ora comodamente acciambellato sulla copertina.
Esco di casa per il giro mattutino e al mio ritorno non è cambiato nulla. Poco male.
Per non rischiare di bloccargli le possibilità di movimento, vado a lavorare in camera e dopo un po' lo sento muoversi fino al cucinino... bene! Benissimo!
Un controllo a posteriori rivelerà che si è sbafato tutta la zuppa, lasciando lì la carne, e ancora un po' di crocchini. Mi spiace un po' per la carne... ma il fatto che assuma la parte liquida dovrebbe permettermi di proseguire con il mio "malefico" piano medicale!

Dopo una notte tanto impegnata e una mattina di pappa, Carl decide che il resto della giornata lo dedicherà all'ozio.
In questo si asserraglia dietro la porta del soggiorno, liberandosi tuttavia della copertina. Vabbè... deve decidere lui quello che gli piace o no, in fondo!
A un certo punto, vedendolo lì intento a spiarmi dallo spazietto della porta, decido di provare a sedermi lì accanto per fare due chiacchiere. Non sembra particolarmente entusiasta dell'idea, reagendo con un paio di soffi spazientiti. Ma io resto lì a parlargli tranquillo: so che è presto per cercare di vincere le sue paure, ma se fossi scappato via credo gli avrei dato l'impressione sbagliata, convincendolo che potesse bastare un soffio per farmi arretrare spaventato. E, in effetti, smette di soffiare e mi ascolta abbastanza quieto.

Per tutto il pomeriggio e per buona parte della serata, con me in soggiorno insieme a lui, Carl dormirà. Ma proprio un bel sonno pesante, svegliandosi soltanto di tanto in tanto a rigirarsi e rimettersi a dormire.


Ha un'espressione beata, ma, purtroppo, l'angolo in cui si è posizionato è troppo buio per riuscire a fare una foto decente... come l'esempio di cui sopra testimonia.

Mentre riposa, approfitto anche per continuare a leggergli un po' del libro iniziato il giorno prima... lo continuo a considerare un modo interessante per cercare di porre le basi per un rapporto fra noi, ma forse mi sbaglio. Solo il tempo potrà dirlo!

Alle 22 lascio il soggiorno e Carl accenna a venire a vedere cosa stia facendo per poi fare una capatina in bagno (senza però produrre nulla di interessante) e tornare al suo angolino.
Alle 23 vado a dargli la buonanotte e spengo tutto, con la consapevolezza che, quando io finisco la giornata, lui avrà a iniziarla...

Quarto giorno.

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