lunedì 25 maggio 2020

Giorno 7

Il nuovo giorno inizia con un concerto per soli miagolii. Ancora una volta decido di far finta di nulla per evitare di porlo in soggezione, anche se pagherei per capire cosa voglia comunicare con quei miagolii.
Alle 6 mi sveglio al solito e faccio in consueto giro fra pulizia della lettiera e rifornimento del cibo: Carl questa notte ha prodotto e consumato un sacco, lasciando pochi crocchini nella ciotola, solo un pezzetto di ciccia e praticamente niente acqua, e, in cambio, offrendomi una nuova mezza tonnellata di cacchina!
Per la cronaca, durante la giornata, parlando con un'amica, è nata l'ipotesi - dopo praticamente una settimana anche sensata - che i miagolii siano un modo per attrarre la mia attenzione a confronto con qualche esigenza fisiologica (per esempio l'acqua praticamente finita)... così mi riprometto che, a partire dalla prossima notte, eviterò di dimostrarmi indifferente ai miagolii e proverò a rispondergli e a indagare la situazione.

Mentre faccio il mio giro del buongiorno, Carl, manco a dirlo, è dietro la porta del soggiorno. Ma non faccio in tempo a tornare a letto che già lo sento fare «Chomp chomp» e «Crunch crunch».
Tempo due minuti, mentre sono ancora sdraiato a letto a controllare il cellulare, lo vedo fare capolino in camera (!!!).
Sono ancora emozionato per il confronto della sera prima e vederlo lì all'ingresso della camera a osservarmi leccandosi le labbra mi colma il cuore di speranza. Già mi immagino una scena struggente con lui che mi corre incontro e si fa abbracciare e coccolare con sonori «Frrrrrrrrr». Ma, ovviamente, la fantasia galoppa molto più della realtà e, dopo qualche istante di incertezza, Carl decide di avanzare verso la finestra - e la tenda - con passo tranquillo.
Beh... non sarà un abbraccio, ma comunque voglio vederla come un'altra evoluzione positiva del nostro rapporto: è praticamente la prima volta che, in pieno giorno, e in piena luce, decide di approcciarmi lui direttamente, seppur poi rispettando i Decreti di Conte e mantenendo un certo distanziamento sociale.

Per il resto della giornata Carl si insedia, fondamentalmente, al finestrone, abbandonandolo sporadicamente solo per nutrirsi o liberarsi l'intestino.
Solo nel momento in cui mi metto a scrivere al computer decide di cambiare aria, rifugiandosi dietro la porta. E se pur, in un primo momento, la questione mi butta giù di morale, quando poi lo vedo intento a dormirsela alla grossa capisco che, malgrado tutti i progressi nella fiducia, ovviamente abbia ancora a preferire la sicurezza della porta alla tenda per una ronfata di quelle potenti.

Per pranzo esco, a trovare una coppia di amici, e in questo lascio Carl tranquillo a casa dalle 12.45 fino quasi alle 17.
Al mio ritorno, Carl è bello stravaccato sotto la tenda che se la gode di brutto...


... e non posso che essere felice per lui, giacché, almeno, evita di tirare zuccate contro il calorifero ogni volta che si gira.
Decido di fermarmi con lui per leggergli un po' il nostro libro. Lui ascolta, si rigira un paio di volte. Poi si alza, si stiracchia, si fa un po' di toelettatura e, alla fine, decide che ha voglia di fare un giro.

Il lo lascio fare: non corre, cammina tranquillo mantenendo, comunque, rispettose distanze.
Resto in camera ancora un attimo e poi mi alzo deciso ad andare in soggiorno a disegnare. Carl è al centro del soggiorno quando io sbuco sulla porta della camera e si volta a osservarmi.
Come già il giorno prima, per non agitarlo, decido di mettermi subito seduto a terra, sorridendogli e parlandogli quietamente. Carl resta per un attimo dubbioso, poi gira il culo e va verso le ciotole per mangiare... è la prima volta che mangia "davanti" a me.
Io, con molta discrezione, avanzo in modalità possessione demoniaca fino all'ingresso del soggiorno, e arrivo giusto in tempo per vederlo finire lo spuntino e voltarsi, nel cucinino, di nuovo verso il soggiorno.
Io gli parlo tranquillo e, a dimostrare maggiormente di non avere cattive intenzioni, mi sdraio su un fianco, in posizione fetale.
Lui mi osserva un po', poi decide di avanzare e di mettersi ancora un po' sotto il tavolo, come già ieri.
Poi, esattamente come il giorno prima, passa da sopra il divano e sgambetta prima in bagno e poi ancora in camera, a riprendere la posizione dietro la tenda.

Io resto in soggiorno a disegnare e, nelle ore seguenti, lo sento aggredire con entusiasmo il tiragraffi!
Buono... buonissimo! Finora lo aveva considerato pochissimo, e solo quando io non ero in casa!

A sera, quando arrivo in camera per trasferire al computer i disegni, lui non è dietro la tenda, ma addirittura seduto al centro del suo tappetino, fra la cesta nella quale, in teoria, potrebbe avere la sua cuccia (la stessa dove ero andato a mettere la coperta che aveva brevemente usato) e il tiragraffi.
Nel vedermi resta inizialmente lì fermo, poi, quando mi colloco al PC, decide di cambiare aria.

Quando faccio il giro per la buonanotte, lui è dietro la sua solita porta.
Ma non faccio neppure in tempo a spegnere la luce e a coricarmi a letto che lo sento arrivare in camera...
... stanotte ha deciso di stare nella mia stessa stanza!

Settimo giorno.

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